Wednesday 22 April 2015

LE CINQUE REGOLE DELLA MAMMA PERFETTA



La gravidanza è un ottimo periodo non solo per prepararsi a partorire, ma anche per iniziare a riflettere su che tipo di genitori vogliamo essere. In sette anni e cinque figli (in due!!), abbiamo imparato tante cose. Qui Silvia fa il riassunto di quelle che ci sembrano proprio essenziali. Se riuscissimo veramente a mettere in pratica tutto quello che c'è scritto qui sotto, saremmo praticamente perfette ed eternamente felici. Ma dobbiamo accontentarci di fare di queste regole i nostri mantra e di essere le mamme migliori possibili (date le nostre tare e quelle dei nostri figli).


1. Nessuno è perfetto, nemmeno le mamme.
Prima di avere figli, pensavo che quando sarei diventata mamma, avrei smesso di bisticciare inutilmente con mio marito, di mangiare torte e biscotti, di farmi intimidire dagli estranei, e magari anche di fare errori di ortografia. E invece no: i miei difetti mi hanno seguita durante la gravidanza e mi stanno accompagnando durante la maternità. Nonostante tutti i miei sforzi, non danno segno di volersene andare. Meglio così, direbbe Winnicott*: una madre imperfetta prepara il figlio al meglio per un mondo imperfetto.

2. Il mondo è bello perché è vario.
A vent'anni sapevo esattamente come si doveva educare un bambino, ogni bambino.

Monday 20 April 2015

5 buoni motivi per partorire in casa


Silvia e una visita prenatale.

Una di noi (Silvia) ha partorito in casa. Tre bei maschietti arrivati ognuno con i suoi modi, ognuno con i suoi tempi, ma tutti con tanta dolcezza. In questo post Silvia condivide alcune delle ragioni che l'hanno spinta a fare la sua scelta. 
Non vuole certo convincere nessuno a fare lo stesso se la cosa non ispira: ognuna deve scegliere il luogo e il personale che la mette più a suo agio, che la fa sentire più sicura. Ma tutti devono conoscere bene tutte le alternative perché sentir dire che chi partorisce in casa è un hippy incosciente, con le conoscenze e le competenze del 2015, non del 1955, francamente, non si può più sopportare.

1. Andare all'ospedale è rischioso.
Ah, giù quelle facce perplesse! Un attimo, lasciate spiegare.
È vero che all'ospedale ci sono i rimedi per tanti mali: se non ti dilati abbastanza velocemente c'è l'ossitocina sintetica, se sei stremata c'è il forcipe, se va tutto storto c'è il chirurgo pronto a mettere in salvo il tuo bambino, e così via. Vero. E rassicurante. Questa è la condivisibilssima ragione per la quale la stragrande maggioranza delle donne decide di partorire in ospedale. Lungi da noi mettere in discussione questa scelta.

Friday 17 April 2015

FIGLIE DEL NOSTRO TEMPO

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Se siamo state fortunate, le nostre mamme post-sessantottine (o giù di lì) non ci hanno propinato storie di cavoli e cicogne. Ci hanno raccontato, arrossendo loro malgrado e usando termini come "pisellino" e "patatina", che la mamma e il papà - come le api e i fiori - si facevano un abbraccio speciale e il seme del papà entrava nella pancia della mamma.

Ma per la maggior parte di noi, un velo letteralmente pietoso è stato steso su come il semino germogliato uscisse di lì. E noi ci siamo ben guardate dal chiedere spiegazioni. Le mamme coi pancioni andavano all'ospedale…e uscivano con un bel bambino. E si sa, gli ospedali sono luoghi misteriosi. I dottori maghi con arcani poteri.

Alla post-sessantottina media - liberata sulla fase del concepimento ma forse non altrettanto sulla fase del parto - mancavano le parole per raccontare alla propria figlia (e anche al proprio figlio, se è per questo… ma concentriamoci sulla figlia per questa volta, visto che sarà lei a ritrovarsi in prima linea) quello che succede in sala parto. 
La post-sessantottina media, in sala parto, ha messo la sua vita e la vita di sua figlia in mano ai dottori.
Si è considerata fortunata (e lo era) di essere praticamente sicura di sopravvivere, ha accettato senza batter ciglio di farsi radere là sotto fra una contrazione e l'altra, mentre suo marito scalpitava fumando in sala d'attesa. Ha vissuto l'anestesia peridurale come una liberazione dal dolore e segno tangibile del progresso, "si è riposata" dopo il parto mentre benevole puericultrici si occupavano di sua figlia (se ha fame fuori orario: acqua e zucchero, benvenuta al mondo), ed è tornata a casa con una serie di regole ferree e tabelle orarie volte ad evitare di viziare la neonata.

Wednesday 15 April 2015

Erezione, sale parto e tigri dai denti a sciabola. E hanno anche senso tutti insieme.

Il parto è un processo involontario e non si può aiutare un processo involontario. 
L'obiettivo è non disturbarlo. 
(Michel Odent)


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No, non siamo impazzite e non siamo neanche di ritorno da un weekend ad Amsterdam: erezione, parto e tigri dai denti a sciabola sono tutti elementi di una stessa storia. Si tratta di successo e di fallimento, di pericolo e di riparo, di vita e di morte.
Immaginiamoci due scenari, uno maschile e uno femminile, e cerchiamo di capire.

Friday 3 April 2015

Quei primi giorni di gravidanza

Anche un viaggio di mille miglia comincia con un passo. (Laozi)


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Ce la ricordiamo benissimo quella sensazione di rivoluzione silenziosa che ha seguito l'esito del primo test di gravidanza positivo.

Sono incinta.

C'è un piccolo esserino dentro di me.

Diventerò mamma.

Io!

Io. Diventerò. Mamma.

Mio marito... non mi sono ancora abituata a chiamarlo così, e già ci sarà chi lo chiama papà.

Papà.

Lui sarà papà.

Noi saremo una famiglia.

Io sarò mamma...cioè sono già mamma. Di questo cosino....

*

Silenzio

*

Oddio! E adesso cosa faccio??

Wednesday 1 April 2015

Scarpette di cristallo per la sala parto. Di come la nuova Cenerentola ha molto da dire, anche a una mamma in attesa.

Disney

Se ce l'ha fatta Cenerentola possiamo farcela anche noi.
No, non a sposare il principe, dai...Miriamo un po' più su.
A uscire dal folklore anni '50 in cui era stata relegata!

Cenerentola ha preso la decisione più saggia per una sessantenne. Ritirarsi in buon ordine e lasciare spazio a quattro post-femministe spennacchiate di cartoni senza principi? Giammai. Invecchiare con grazia, piuttosto.
Riappropriarsi di se stessa e della sua zucca, più romantica e luccicante che mai. Rivendicare, uno per uno, tutti i buoni sentimenti di cui è piena: dando loro senso.