Monday 20 April 2015

5 buoni motivi per partorire in casa


Silvia e una visita prenatale.

Una di noi (Silvia) ha partorito in casa. Tre bei maschietti arrivati ognuno con i suoi modi, ognuno con i suoi tempi, ma tutti con tanta dolcezza. In questo post Silvia condivide alcune delle ragioni che l'hanno spinta a fare la sua scelta. 
Non vuole certo convincere nessuno a fare lo stesso se la cosa non ispira: ognuna deve scegliere il luogo e il personale che la mette più a suo agio, che la fa sentire più sicura. Ma tutti devono conoscere bene tutte le alternative perché sentir dire che chi partorisce in casa è un hippy incosciente, con le conoscenze e le competenze del 2015, non del 1955, francamente, non si può più sopportare.

1. Andare all'ospedale è rischioso.
Ah, giù quelle facce perplesse! Un attimo, lasciate spiegare.
È vero che all'ospedale ci sono i rimedi per tanti mali: se non ti dilati abbastanza velocemente c'è l'ossitocina sintetica, se sei stremata c'è il forcipe, se va tutto storto c'è il chirurgo pronto a mettere in salvo il tuo bambino, e così via. Vero. E rassicurante. Questa è la condivisibilssima ragione per la quale la stragrande maggioranza delle donne decide di partorire in ospedale. Lungi da noi mettere in discussione questa scelta.
Però esiste anche un altro lato della medaglia. Tanti di questi mali che l'ospedale può curare... a volte è l'ospedale stesso che li crea. Proprio nel momento in cui il sistema limbico sta iniziando a prendere il sopravvento tu devi uscire da quella che lui considera la sua tana, salire in macchina, andare all'ospedale e parlare con degli sconosciuti. È possibile (per non dire probabile) che la neocorteccia venga sollecitata. Ora, una neocorteccia troppo sveglia sappiamo che non aiuta il processo involontario del parto: non sarebbe sorprendente se la dilatazione della cervice rallentasse e le contrazioni iniziassero ad essere molto più faticose. L'ospedale, per il sistema limbico, è la tana delle tigri dai denti a sciabola.
Se rimani tranquilla a casa, sapendo di avere personale qualificato che ti assiste e sentendoti davvero preparata, stendi definitivamente la corteccia e permetti al sistema limbico, e quindi al travaglio, di procedere spedito.

2. Il personale che ti assiste ti conosce (e tu conosci lui).
Se decidi di partorire in casa, probabilmente devi assumere un'ostetrica privata (a meno che tu non abbia il c**o di trovarti in Inghilterra, vicino ad un ospedale che offre questo servizio gratuitamente...ma questo è un altro post). Quest'ostetrica ti seguirà per tutta la gravidanza: saprà com'è fatto il tuo corpo, le sue mani esperte le avranno già fatto conoscere il tuo bambino, avrà voluto conoscere ogni sfumatura di tuoi gusti, speranze e timori, avrà incontrato qualche volta tuo marito. Potrà quindi offrirti un servizio personalizzato. Questo non è solo molto piacevole, ma anche sicuro: se l'ostetrica sa che ti sei preparata a concentrarti e respirare fuori il tuo bimbo per esempio, saprà interpretare al meglio il tuo comportamento il giorno del parto. Insomma, non ti sentirai mai dire: "No, non è possibile che il bambino stia arrivando: non stai soffrendo abbastanza". Semplicemente, a forza di venire a visitarti a casa tua, conoscerà il tuo corpo come nessun altro e in più avrà capito quali sono le cose che ti mettono a tuo agio e quelle che ti irritano...e potrà agire di conseguenza.

3. Il tuo uomo gioca in casa
A casa, tuo marito può tenere le sue ciabatte, i pantaloni del pigiama, bersi una birra per ridarsi coraggio, e persino andare a schiacciare un pisolino in caso di necessità. "E per concedere questo a mio marito io dovrei mettere a rischio la vita di mio figlio??" direte voi, a ragione. 
A parte il fatto che "mettere a rischio" è un concetto relativo (vedi #1), il benessere del futuro papà ha grandi e concreti benefici per il benessere della mamma e quindi per l'andamento del parto. 
Un uomo tranquillo e a suo agio sarà capace di dare alla sua compagna il supporto di cui lei ha tanto bisogno. Un uomo a disagio e/o intimidito dall'ambiente ospedaliero sarà "sulla difensiva": produrrà tanta adrenalina, ormone nemico del parto. 
Un futuro papà informato, sostenuto dal personale adeguato (la mia Doula ha aiutato più mio marito di quanto abbia aiutato me!) e a suo agio può offrire il sostegno ideale alla futura mamma.

4. L'idillio dei primi minuti/ore/giorni.
Si parla tanto di "bonding" (per fortuna!) e sembra quasi sia una cosa meccanica: appoggia il figlio sulla mamma dopo il parto per una mezzoretta e i due si ameranno alla follia per tutta la vita. Già decisamente meglio del precedente "taglia il cordone, lava il bambino, fai riposare la mamma, ricongiungili quando sono entrambi riposati e profumati". Ma se fosse possibile dimenticare l'orologio per qualche giorno? Se fosse possibile sguazzare allegramente e ininterrottamente nel tripudio amoroso della nascita, proprio come si sguazza quando si è così innamorati che non si esce dalla stanza da letto per giorni e giorni? E forse anche il piccolo nuovo arrivato potrebbe sviluppare quella calma e fiducia nel mondo tanto importanti per diventare un neonato sereno che non ha troppa voglia né bisogno di piangere. Un inizio non male per una relazione che sarà lunga, intensa e piena di sfide.

5. La certezza di essere seguita da personale eccellente.
Non sono certo le ostetriche scorbutiche e frustrate a seguire i parti in casa. Sono quelle che adorano il loro lavoro e che sono pronte ad essere in prima linea e ad assumersi tutte le responsabilità del caso. Le ostetriche a domicilio hanno studiato per i parti naturali e fisiologici (assistono anche parti podalici per via naturale), sanno riconoscere al volo quando non è il caso di restare a casa e non metterebbero mai a rischio mamma e bambino, e con essi la propria carriera. Quella che si è ritrovata a studiare ostetricia per caso e che continua con la sua professione solo perché non ha alternative se ne starà in ospedale, a fare controvoglia quello che le dicono i dottori e la caposala. Tanto la responsabilità non è mica sua.

Avere scelta è meraviglioso e solo prendendo in considerazione e conoscendo bene tutte le opzioni possiamo davvero scegliere.

Silvia e Leo appena dopo il parto. Non si sono mai separati e non si separeranno per ore. 




13 comments:

  1. E' veramente una gran bella opportunità... se a monte è cresciuta la giusta sensibilità, come nel tuo caso! Una dimensione bellissima! Lo dico da testimone.

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  2. Io mi chiedo anche perchè non diano una via di mezzo cioè dei reparti maternità che somigliano a casa. Basterebbe poco. Con l'ultimo parto ho scoperto che mi terrorizzava e ancora adesso sentire il rumore del tracciato, le sonde, le altre persone che arrivano in pronto soccorso ginecologico, i disinfettanti, etc. Al primo parto ero in attesa dolorante al ps e sentivo urlare una partoriente. La sala parto sembra la stanza delle torture.. non è accogliente. poi dipende dagli ospedali credo anche le sale travaglio saranno molto diverse. Ma ci sono anche persone di turno che non ti trattano sempre benissimo, anche se chi mi ha assistito dall'inizio alla fine, sia la prima che la seconda volta, mi ha aiutato tantissimo. Ho avuto la fortuna di trovare ostetriche straordinarie e rassicuranti. Ma per il resto..non è stata un'esperienza piacevole. Per il primo parto tutto bene la prima parte perchè sono rimasta a casa mia più che potevo. Il secondo parto l'unica cosa che ha ristabilito la calma e mi ha risolto la situazione è stato il protossido d'azoto.

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    1. Ecco, bella domanda!!! In effetti qui in UK le scelte per il parto sono 3: ospedale tout court, birth centre (detti anche home from home) che sono gestiti dalle ostetriche e generalmente attaccati agli ospedali e casa. Anche in Italia pare che i centri nascite e maternità stiano prendendo piede (sappiamo per certo ce ne sono in provincia di Milano e in Emilia, saremmo felicissime di riuscire a mapparli tutti e ci stiamo lavorando), ma a giudicare dai racconti che si leggono su media e blogs vari sembra che siano ancora più l'eccezione che la regola. Purtroppo molte di noi affrontano ancora il parto convinte di doversi passivamente affidare a chi di dovere sperando nella propria buona stella... Grazie di aver condiviso le tue storie!

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    2. Qui a Verona vogliono fare la casa del bambino unendo le due maternità dei due principali ospedali ma nessuno sa come sarà! Magari! Pensavo proprio mentre ero lì che mi sarebbe piaciuto sentire suoni diversi..musica da spa in filodiffusione...disturberebbe il loro lavoro? io non credo... piccole cose. ma bella l'idea del birth centre...che dire se faccio il terzo vengo là ;-)

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  3. Mi chiedo, però: come fai a sapere che l'ostetrica a cui ti affidi è davvero preparata e capace? Come puoi essere sicura della sua professionalità? Non sto parlando di persone in malafede, semplicemente di persone che al momento sbagliato potrebbero rivelarsi meno capaci di quanto pensassimo noi e pensassero loro. Purtroppo l'imprevisto è dietro l'angolo.
    Non voglio fare terrorismo, ma la grande grande grande sicurezza che possono dare gli ospedali (e che le ostetriche, pur bravissime e professionali, a casa non possono dare) è che qualsiasi cosa vada storta, loro sono lì. E non lì a cinque-dieci-venti minuti di macchina. Lì a due sale di distanza, e speriamo anche con una TIN a pochi passi.
    Per quanto la gravidanza sia stata tranquilla e fisiologica, questo non mette nessuno al sicuro da un prolasso di cordone, purtroppo.

    Bella invece l'idea di una terza via tra nido casalingo e ospedale freddo. Penso che sarebbe un investimento di poco conto, ma molto utile per mamme e bimbi, rendere le sale più accoglienti.

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  4. Grazie Castagna dei tuoi commenti, sempre molto a proposito.
    Quello che mi sento di rispondere è che la scelta del luogo del parto è una cosa veramente personale: la cosa più importante è che la futura mamma si senta sicura e protetta. Per la maggior parte delle donne, l'ospedale offre questo senso di sicurezza, quindi è senz'altro la scelta giusta.
    Ma le statistiche mostrano che partorire in casa è molto sicuro. Altrettanto sicuro che partorire in ospedale (specie dal secondo parto in poi).
    Solo che in ospedale ci sono più interventi.
    Il che probabilmente vuol dire (e sono speculazioni, a te giudicare se siano sensate o meno) che il fatto di andare in ospedale crea parte delle emergenze alle quale bisogna poi reagire di corsa. Allora io (e non sto cercando di convincere nessuno. È la MIA storia) mi sono detta: "Perché creare rischi, anche se abbiamo gli strumenti per affrontarli? Non è meglio minimizzare i rischi e massimizzare i vantaggi (flessibilità, tranquillità, dolcezza, familiarità, assenza di limiti di tempo...)? Partorendo in casa, non ho forse le stesse chances che il bambino e io sopravviviamo...e in più molte più chances di viverci la nascita in modo positivo?" La mia risposta è stata un SÌ chiaro e forte.
    Come ho saputo che potevo fidarmi della mia ostetrica? Mi sono informata sulla sua esperienza e soprattutto ho interagito con lei. Ho visto che mi poneva le domande giuste, che mi dava risposte esaurienti e soddisfacenti, che mi esaminava in modo rispettoso e naturale, è così via. Nello stesso identico modo avrei deciso se fidarmi o meno di un ginecologo. E partorendo in ospedale, non avrei potuto scegliere l'ostetrica di turno...
    Per quanto riguarda i centri di nascita, costano in realtà molto meno degli anestesisti per la peridurale e i chirurghi per i cesarei. Dovrebbero essere la norma, a mio parere.
    Comunque sto preparando un post proprio su questo argomento. Dovrebbe essere pronto per la settimana prossima...
    Grazie ancora.
    #Silvia

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    1. Non vedo l'ora di leggere il nuovo post!
      Grazie per la lunga risposta, dà molto su cui riflettere. Le mie sono speculazioni solo teoriche - interesse per gravidanza, parto e ostetricia, ma esperienza personale zero - e quindi sono, in sostanza, basate su castelli in aria... però non riesco a fare a meno di pensarci. E se, e se, e se.

      E se una donna partorisce in ospedale ma trova un ambiente freddo, angosciante. Ossitocina sintetica e posizione litotomica. Epidurale negata o cesareo imposto con troppa leggerezza. E se proprio quell'angoscia, quella sensazione di non essere padrona del proprio parto e del proprio corpo, la blocca e lei si tende e fa male e non riesce a spingere e urgenza cesareo forcipe ventosa, farsi problemi per poi trovare soluzioni e causare traumi per poi dire che "l'importante è che il bambino stia bene". Il bambino sta bene, certo, ma io spero davvero che una donna in travaglio non si senta come una gallina che deve scodellare l'uovo.

      E se una donna partorisce in casa ma qualcosa va storto. È rassicurante avere il proprio nido, il proprio compagno, la propria ostetrica di cui fidarsi; ma mi prende l'angoscia alla gola nel sapere che l'ossigeno serve, e ne serve tanto, e serve sempre, e se per qualche motivo manca bisogna fare in FRETTA. Forse sono troppo curiosa o troppo ansiosa, ma la mia testa già fa una lista di tutte le complicazioni che possono presentarsi - e sono rare, certo, ma raro non significa impossibile e una donna con un'emergenza non puoi consolarla dicendole che è cosa rara. Può farcela quella donna a raggiungere ospedale e sala operatoria e le mani che salveranno lei e il suo bambino? Spesso sì. A volte va tutto bene, a volte restano strascighi. A volte non c'è tempo punto e basta. E io non voglio essere la donna mangiata viva dal senso di colpa; non voglio essere l'ostetrica che la guarda è pensa che avrebbe dovuto fare di più, essere più attenta, quando magari alla fine non era neanche colpa sua perché gli imprevisti capitano e basta.

      Sono felice che tu abbia vissuto il tuo parto come volevi, che sia stata un'esperienza positiva e che sia andato tutto bene. È molto più di quanto si possa dire di molte altre donne ed è bello sapere che è possibile, che succede, che il parto non è solo un racconto dell'orrore.
      Vorrei che fosse così per tutte. Vorrei che ci fosse una terza via tra angoscia ospedialera e angoscia casalinga: un nido dove partorire sentendosi rassicurate e rispettate, con calma, con i tempi del corpo e non dei protocolli, con la possibilità di scegliere, e poi con la sicurezza che per qualsiasi imprevisto c'è la soluzione a portata di mano. Ansiosa come sono, non riesco a fidarmi completamente né dell'ostetrica a casa né dell'ospedale, ma di un posto così forse potrei fidarmi. Vorrei partorire così, sentendomi serena e al sicuro, se mai accoglierò anch'io dei figli.
      Ma mancano ancora degli anni e magari, quando arriverà il mio momento, questo sarà possibile a me e a tutte le donne che lo vorranno.

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  5. Sì Castagna, sono convinta sia solo una questione di tempo. Qui i "birth centers" gestiti da ostetriche in seno ad ospedali sono già molto diffusi. Cecilia per esempio ha partorito in uno di questi. E per l'ansia, le domande, gli "e se..." Hypnobirthing è uno strumento molto potente.

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  6. Ciao, vi informo che anche a Genova, all'interno dell'ospedale San Martino c'è un centro nascita/casa del parto come quelli di cui parlate. Mia sorella ha partorito lì i suoi due bimbi e io spero di provarlo, se la gravidanza fila liscia fino all'ultimo, tra qualche settimana!

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    1. Ciao! Grazie, che bella notizia (sia il centro nascita che la tua gravidanza!). Se hai voglia torna a raccontarci la tua esperienza! Buona gravidanza e buon parto...positivi! :-)

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  8. Ho avuto il mio primo figlio circa 10 mesi fa. All'epoca non ne sapevo nulla di parto in casa e ora un po' la cosa mi incuriosisce.
    L'ospedale che avevo scelto per dare alla luce il mio bimbo è a circa 30-40 minuti di superstrada da casa. In una giornata ci sono andata per ben due volte a causa delle contrazioni, ed in entrambi i casi mi hanno rimandata a casa, perché ero dilatata a malapena di un centimetro, consigliandomi di bermi una camomilla. Mi sono sentita terribilmente umiliata.
    Alle 5 del mattino seguente, mio marito mi porta quasi di forza nell'ospedale della città in cui viviamo, la dilatazione era ormai quasi di 6 cm :)
    Alle 18:42 ho dato alla luce il nostro bimbo, ma dopo i primi secondi in cui l'ho tenuto appoggiato addosso, me lo hanno portato subito via e messo in incubatrice con l'ossigeno a causa di un problema respiratorio. Si è visto dopo che era in atto un'infezione polmonare.
    La mia domanda è: in questi casi è sicuro il parto in casa?
    Grazie mille :)

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  9. Carissima, grazie di condividere la tua esperienza con noi. Non si può sapere come sarebbero andate le cose. Forse evitare tutto quello stress avrebbe fatto bene al tuo bambino e non avrebbe mostrato i problemi respiratori acuti di cui ci racconti? Forse aveva inalato del meconio e questo ha causato l'iniezione? È un caso abbastanza comune quando il piccolo è un po' sotto stress... Se questo fosse il caso, ti avrebbero trasferita all'ospedale con calma dopo il parto. È quello che è successo a me (Silvia) la prima volta... Ne ho parlato qui http://ilpartopositivo.com/2015/05/18/un-parto-positivo-non-e-un-parto-perfetto/ ....

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